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22 Settembre 2023 ore 18:30 - 20:00

La fine di un mondo – 6 fotografi raccontano il terremoto

22 settembre, ore 18:30
Chiostro ex Convento degli Agostiniani
Incontro “La fine di un mondo”: 6 fotografi raccontano il terremoto che alle prime luci dell’alba dello scorso 6 febbraio ha devastato il sud est della Turchia ha mietuto più di 50 mila vittime in 11 province del Paese.

Intervengono: Giuseppe Di Donna – fotografo,
la prof.ssa D’Amora – Università del Salento,
Silvia Miglietta – Assessora al Welfare del Comune di Lecce

“La Fine di un mondo”: sei fotografi, una mostra, una raccolta fondi.
(La mostra è visitabile dal 12 al 22 settembre).

 

Il terremoto che alle prime luci dell’alba dello scorso 6 febbraio ha devastato il sud est della Turchia ha mietuto più di 50 mila vittime in 11 province del Paese, colpendo una superficie pari a 700 km quadrati, abitata da 13.5 milioni di persone, 4.6 milioni delle quali minori.

A una prima scossa di grado 7.7 con epicentro a Kahramanmaras sono seguite altre due scosse di grado 6.4 e 6.5, poche ore dopo una nuova scossa di grado 7.6 ha fatto tremare la regione.
Attualmente sono più  di 2 milioni a essere costretti in tende e container, mentre si calcola che altre circa 3 milioni di persone hanno abbandonato l’area in seguito alla distruzione di più di mezzo milione di appartamenti, in pochi secondi tramutati in circa 200 milioni di tonnellate di macerie. Obiettivo della mostra è raccogliere fondi per il progetto Run For Turkey, che si propone la ricostruzione di stalle e infrastrutture di uso comune nei villaggi di montagna dell’area colpita. In base alla somma raccolta l’obiettivo e’ quello di aiutare la gente dei villaggi di Zey e Incirli, rispettivamente nelle province di Adiyaman e Hatay.
Villaggi isolati, ultimi nella lista della ricostruzione, dove però l’economia locale si regge su cicli stagionali che rendono imprenscindibili alcune strutture come stalle, pozzi e magazzini per la raccolta del tabacco, principale coltura dell’area.
La mostra si propone di raccontare il terremoto del 6 Febbraio 2023 attraverso lo sguardo di 6 tra fotografi e giornalisti che hanno seguito la catastrofe sul campo.
La scelta di una mostra ‘partecipata’ nasce dall’esigenza di rendere l’idea della dimensione anche geografica del disastro che si e’ abbattuto nel sud della Turchia.
Una dimensione tale da rendere impossibile per un solo fotografo essere testimone della catastrofe naturale nella propria interezza.
Ognuno si trovava in un determinato luogo, in un determinato giorno, una determinata fase della tragedia e di conseguenza tutti sono stati testimoni di storie diverse in luoghi diversi in momenti diversi.
Attraverso una piccola selezione di foto ognuno dei sei propone una diversa prospettiva, storia o narrazione di un momento, ma tutti accomunati dall’elemento della speranza, seppur nella distruzione.

I fotografi
Italo Rondinella
Il fotografo e documentarista bolognese è stato uno dei primi a giungere sul luogo della catastrofe e i suoi scatti mostrano i primissimi momenti dell’emergenza destinata poi a durare, in diverse fasi, fino a oggi. A rendere ancora più preziosa l’opera e la testimonianza di Rondinella il fatto che i danni del sisma non risparmieranno gli aeroporti della regione, in quelle stesse ore funestata da una tempesta di nave che non risparmia neanche Istanbul, da cui gli aerei fanno fatica a decollare. Il lavoro di Rondinella mostra i primi soccorsi ad Adana, la gente che dorme nei locali aperti agli sfollati e in luoghi di fortuna, la ricerca affannosa delle prime ore, quando ancora sono alte le speranze di trovare qualcuno in vita, un negozio razziato da sciacalli e la vita che riprende nelle tende. Il fotografo bolognese mostra anche il dramma delle vittime senza nome, sepolte in cimiteri d’urgenza, dove le bare affiancarsi affannosamente nei primi tragici giorni lentamente iniziano ad avere un nome.

Emanuele Satolli
Satolli ha viaggiato in tutta l’area colpita dal sisma. Le sue foto ci portano a Kahramanmaras, Osmaniye, Diyarbakir e Adiyaman, alcune delle grandi città  più  colpite dal sisma. In alcuni scatti pubblicati sul Wall Street Journal Satolli mostra le operazioni di ricerca a Kahramanmaras, vicina all’epicentro, dove è stato da subito necessario l’uso di mezzi pesanti per spostare le macerie di palazzi enormi. Ci mostra il dramma del riconoscimento delle salme, pile di bare vuote e la distruzione totale nella città di Osmaniye. Satolli ha avuto il merito di spingersi fino a Diyarbakir, estremo est dell’area colpita, dove la gente ha paura a tornare in casa e
fa la fila per un pasto.

Unal Cam
Adiyaman e’ una delle più  grandi città  colpite dal sisma, eppure è rimasta isolata, sotto una violenta nevicata e senza aiuti per quasi tre giorni. I primi tre scatti del fotografo turco Unal Cam ci portano nel dramma di una città distrutta, dove per giorni uomini e animali sono andati in giro come fantasmi. Tra le foto il momento in cui una donna ritrova il suo gatto a 5 giorni dal sisma.
Cam ci porta poi ad Iskenderun, una ricca città portuale della provincia dell’Hatay distante più di 300 km da Adiyaman e che il sisma non ha risparmiato. Una foto tra le macerie è tutto quello che rimane di una famiglia di una città dove nelle prime ore dopo il crollo si sono verificati diversi incendi che hanno reso difficile il lavoro dei soccorritori.

Kemal Aslan
Antakya è  forse la città simbolo della distruzione portata dal sisma del 6 febbraio. Una citta’ antichissima, crocevia di culture e religioni dove si è abbattuta l’apocalisse. E’ principalmente qui che ha lavorato pe Reuters il fotogiornalista turco Kemal Aslan, che nella sua selezione di foto mostra una serie di ‘miracoli’ susseguitisi in quei giorni. Salvataggi avvenuti, anche a distanza di una settimana dal sisma, frutto dell’opera di squadre di ricerca giunte da tutto il mondo, capaci di individuare con l’aiuto di cani ed estrarre vivi i sopravvissuti, anche neonati di pochi mesi.

Giuseppe Didonna
Il giornalista di Agi con 4 scatti ci porta nel villaggio di Tepehan, dove la scossa ha causato una frattura larga 200 e profonda 80 metri che in pochi secondi ha scavato una valle spaccando in due un uliveto. Un uomo si dispera tra le macerie della sua fattoria distrutta nella provincia di Adiyaman. Soccorritori da 97 Paesi sono giunti in Turchia dopo il sisma, a Kahramanmaras una squadra di soccorritori del Kirghizistan porta via un cadavere, mentre le copie del Corano trovati tra le macerie vengono lasciate negli angoli delle strade così che la gente possa aprirli e pregare.

Ugur Yildirim
Il fotografo curdo è quello che ha passato più  tempo nell’area del sisma. Nella selezione di foto Yildrim mostra la vita dei terremotati costretti nelle tende dopo essere scampati al sisma. Nei giochi dei bambini, in una culla di fortuna, la speranza della vita che riparte, come in una cena di Ramadan di una numerosa famiglia che si ritrova a tavola unita nonostante le difficili condizioni. A complicare la vita degli sfollati un terribile alluvione che a poco più di un mese dal sisma colpito la provincia di Urfa e in particolare le tendopoli. Un evento naturale costato la vita a 20 persone che Yildirim ci mostra attraverso le sue foto.

Dettagli

Data:
22 Settembre 2023
Ora:
18:30 - 20:00
Categoria Evento:

Luogo

Chiostro dell’Ex Convento degli Agostiniani
Viale De Pietro, 45
Lecce, 73100 Italia
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