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9 Ottobre ore 17:30 - 19:00
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Scriviamo insieme a Marco Polo (8 – 10 anni) Laboratorio di scrittura creativa sul viaggio a cura di Serena Merico
Scriviamo insieme a Marco Polo (8 – 10 anni)
Laboratorio di scrittura creativa sul viaggio a cura di Serena Merico
“Scriviamo insieme a Marco Polo” è un corso di scrittura creativa pensato per i bambini e le bambine che hanno già partecipato al laboratorio “Palestra di scrittura ed esplorazione” o che pur non
avendoci partecipato vogliono potenziare le proprie abilità di scrittura, già consolidate. Se non ci si dovesse sentire a proprio agio con l’uso corrente della lingua italiana, suggeriamo di partire sempre dal laboratorio “Palestra di scrittura ed esplorazione”. I bambini e le bambine vestiranno i panni di esploratori ed esploratrici alla scoperta del fantastico mondo della scrittura creativa. Così la costruzione di un vero e proprio diario di viaggio, ispirato alle avventure di Marco Polo, diventerà un ottimo escamotage per viaggiare con la fantasia, lavorare sulla
creatività e imparare a inventare luoghi, personaggi, popoli, animali, aneddoti e usanze.
Il laboratorio, per ciascuno dei sei appuntamenti, si presenta così strutturato:
• Breve passo tratto da “Il Milione. Le avventure di Marco Polo” con un adattamento dei testi di Enrico Lavagno per NuiNui
• Esercizio di gruppo per mettere in moto la creatività
• Lavoro individuale sul proprio diario di viaggio
1. Raccontiamo un aneddoto di viaggio| 18.09.2024 | 17.30 – 19.00 La magica terra di Creman, uno degli otto regni di Persia
“A proposito del regno di Creman si narra un fatto curioso. Dovete sapere che la gente del posto è pacifica e di buon carattere. Tutti si aiutano l’un l’altro a differenza di quanto succede negli altri regni persiani, dove vive gente crudele che si combatte in continuazione. Un giorno il re di Creman si chiese il motivo di tanta differenza e i suoi saggi gli dissero che dipendeva dalla terra e allora decise di fare un esperimento. Mandò a prendere della terra a Istain, i cui abitanti erano i peggiori di tutti, la fece stendere nella sua città e poi la fece coprire con grandi tappeti. Fatto questo avvenne che tutti quelli che vi camminavano sopra iniziavano a litigare, a insultarsi e a picchiarsi senza motivo, proprio come succedeva a Istain.”
➢ Partiamo introducendo la figura di Marco Polo che porta con sé un elenco di parole sul viaggio. Osserviamo queste parole e ne ascoltiamo il suono: quali sono parole belle per noi e quali quelle brutte? Scegliamo da questo elenco cinque parole belle e cinque parole brutte e scriviamo un fatto curioso, inserendo all’interno le 10 parole scelte.
2. Immaginiamo un luogo lontano | 09.10.2024 | 17.30 – 19.00 – Il Grande Deserto
“Partendo da Lop si entra nel deserto, che è così grande che si potrebbe impiegare un anno per attraversarlo; tuttavia passando per la via più breve si può uscirne in un mese soltanto. Qui è tutto monti, sabbia e valli e non esiste niente di cui alimentarsi; si trova acqua dopo un giorno e una notte di marcia, che però non basta per più di cinquanta o cento uomini con gli animali. In tutto il deserto bisogna viaggiare un giorno e una notte per arrivare a una pozza; in tre o quattro casi l’acqua è salata e amara, ma negli altri pozzi, che sono ventotto, si può bere. Nel deserto non vivono né animali né uccelli perché morirebbero di fame, ma si verifica la seguente meraviglia: cavalcando di notte se qualcuno resta indietro a dormire, quando vuole raggiungere il resto della comitiva sente parlare nell’aria gli ‘Spiriti della disperazione’ che imitano la voce dei suoi compagni di viaggio. Gli spettri lo chiamano più volte per nome fino a disorientarlo e quello finisce per perdersi.”
➢ Partiamo dai libri che abbiamo intorno in biblioteca, ci soffermiamo su un titolo che ci colpisce e che contiene in sé un luogo. Facciamo un elenco di tutte le parole, modi di dire, riferimenti che ci vengono in mente pensando o immaginando quel luogo. Poi li utilizziamo per descriverlo e raccontare ciò che di strano succede in questo posto, provando a incuriosire i lettori del nostro diario di viaggio.
3. Inventiamo un personaggio leggendario | 23.10.2024 | 17.30 – 19.00 – Clubai Khan, gran signore dei Tartari
“Egli è di media statura, un po’ rotondetto senza essere grasso, proporzionato in tutte le membra; ha il viso bianco e rosso come una rosa, begli occhi neri e il naso ben fatto. Ha quattro consorti che considera mogli a pari diritto, da cui ha avuto ventidue figli maschi. A Canbalu si trova la zecca del Grande signore, organizzata in modo tale che il Khan può considerarsi un alchimista perfetto perché è riuscito a trasformare in oro la carta. La moneta si fabbrica nel modo seguente. Si prende la scorza di un albero chiamato “gelso” – delle cui foglie si nutrono i bachi da seta – e si toglie la pellicina sottile posta fra la corteccia e il fusto. Con questa si produce una carta sottile e tutta nera, che viene tagliata in vari formati secondo il valore. Infine le carte sono timbrate con il sigillo del Grande signore, e sono prodotte in tal numero da pagare tutta la moneta del mondo. Difatti è questo il segreto: tutti i sudditi dell’impero sono obbligati a usarle per ogni pagamento, pena la morte, e per averle devono cambiarle con oro, perle o pietre preziose nella banca del Gran signore…che in questo modo incamera materie preziose in cambio di carta!”
➢ Lo stile di scrittura: scriviamo il testo come se il nostro personaggio fosse ubriaco, matto, assonnato, ammalato assumendo punti di vista diversi sul racconto e sui suoi retroscena. Come parla, come si comporta, quali oggetti usa, come si veste, che abitudini assume il personaggio ogni volta che cambia la sua condizione fisica e psicologica?
4. Creiamo un animale di fantasia | 06.11.2024 | 17.30 – 19.00 – Il Grande colubre del Caragian
“Nella provincia del Caragian nasce il Grande Colubre, un serpente così smisurato da lasciar senza fiato chiunque lo veda. Dovete sapere che i più grossi sono lunghi 10 passi e misurano 10 palmi di circonferenza, come una botte; hanno due zampe sotto la testa, prive di piedi ma con artigli come quelli del leone. Il muso è enorme, gli occhi grossi come due pani, la bocca tanto larga da poter
inghiottire un uomo in un sol boccone. Di giorni stanno sotto la terra per il gran caldo, escono solo di notte per trovare cibo e prendono tutti gli animali che riescono. Sono così grandi e grossi che di notte, mentre vanno in cerca di cibo o di acqua, scavano nella sabbia un solco così largo e profondo che sembra vi sia rotolata una botte. I cacciatori seguono la traccia muniti di un grosso palo di legno con una lama conficcata come un rasoio, lo piantano sotto la sabbia e quando il colubre arriva vi urta con tanta forza da tagliarsi in due, morendo all’istante. Non appena morto gli tolgono il fiele, che vendono a carissimo prezzo perché è la migliore medicina del mondo contro i morsi dei cani rabbiosi.”
➢ Lavoriamo sulle metafore: come si creano e come possono rendere la nostra scrittura più incisiva e memorabile. Partiamo insieme capendo cosa sono, come nascono, quali sono le nostre preferite. Ognuno scrive la sua, le mettiamo insieme, poi ne peschiamo una sorte e da lì partiamo per creare il nostro animale di fantasia.
5. Tracciamo i lineamenti di un popolo immaginario | 20.11.2024 | 17.30 – 19.00 – La gente dell’India Maggiore
“È la più bella di tutte le Indie, è governata da cinque re che sono fratelli ed è molto ricca: si trovano perle grandi e bellissime. Nonostante una simile ricchezza di perle, che si vendono in tutto il mondo in gran quantità, nella provincia di Maabar – detta India Maggiore – non hanno bisogno di sarti perché tutti girano nudi in ogni stagione dell’anno grazie al clima né caldo né freddo; al massimo coprono i fianchi con una fascia di panno. La stessa cosa fa il re ma con delle aggiunte: il panno è di fattura migliore e al collo gli pende una collana di pietre preziose che nell’insieme valgono non un tesoro ma due. Sempre dal collo gli scende una corda di seta ornata da 104 perle grosse e rubini, che gli ricordano le 104 orazioni da recitare ogni giorno con vari gesti e strabuzzamenti degli occhi. Questa gente adora gli idoli e in particolare venera il bue, tanto che nessuno ne mangia la carne né lo ucciderebbe per alcuna ragione. Non si mangia altro che riso e per prendere il cibo si usa esclusivamente la mano destra, perché la sinistra è considerata impura e buona soltanto a pulirsi.”
➢ Per creare il nostro popolo immaginario partiamo dalla scatola delle cose curiose, cioè cose che non conosciamo o di cui ci sfugge il senso: un’aragosta di gomma, un rocchetto, una pietra liscia, la più piccola molletta del mondo, un pezzo di gesso bianco, due bottoni blu, un ditale, una linguetta di Coca Cola, una rana. Ciascuno pescherà il proprio oggetto curioso dal potenziale magico, che identificherà il popolo di cui andremo a raccontare.
6. Rievochiamo un’usanza curiosa | 11.12.2024 | 17.30 – 19.00 – La ‘straviza’ nelle gelide terre di tramontana della Russia
“Il paese si difende da sé perché arrivarci è difficile e in verità non vi giungono neppure i mercanti se abbondano le pellicce preziose e le miniere d’argento. Alcune regioni di queste province sono così fredde che a malapena si riesce a campare. E anche per questo c’è un’usanza in questo posto che si chiama ‘straviza’: i russi si radunano in grandi compagnie di uomini, donne e ragazzi composte da trenta, quaranta o cinquanta persone e fanno grandi bevute di questo vino chiamato ‘cervogia’, preparato con panico e miele. Eleggono un ‘capo della bevuta’ che stabilisce le regole, chi sbaglia paga da bere per tutti e vanno avanti così fino alla sera. Il taverniere nel frattempo tiene il conto delle bevute e alla fine divide il totale. Ciascuno paga per sé, la moglie e i figli e chi non ha abbastanza soldi li chiede in prestito a mercanti stranieri, offrendo i suoi figli in garanzia.”
➢ Realizziamo insieme un semplice sondaggio guidato di almeno cinque domande pensando di doverlo sottoporre a uno sconosciuto, divisi a coppie risponderemo alle domande dei rispettivi sondaggi. Utilizzeremo le risposte dell’altra persona per rievocare un’usanza davvero insolita, di cui non avevamo mai sentito parlare.
Materiale magico da portare con sé
• Un quaderno con poche pagine, così come lo desideriamo. È meglio che sia grande in modo da poterlo usare più agevolmente ma può essere a righi, a quadretti o totalmente bianco. Può essere un quaderno che realizziamo a casa insieme a un adulto prima di cominciare il laboratorio mettendo insieme dei fogli di album che magari poi buchiamo e rileghiamo assieme. Può essere un quadernetto con la spirale, può essere un diario che ci ha regalato qualcuno: l’importante è che ci piaccia tanto e che non sia un quaderno scolastico che rimandi all’idea dei compiti a casa.
• Penne, penne colorate, tratto pen, matite, colori a pastello o a spirito (punta fine). Tutto quello che ci piace di più e che può tornare utile al nostro processo di creazione. Non serve comprare tutto daccapo, possiamo iniziare con quello che già abbiamo a casa o che potrebbe prestarci un’amica, un parente, un familiare.